Il mio elaborato di specializzazione in Pedagogia dell’infanzia è stato orientato a sottolineare la rilevanza che l’approccio dell’Outdoor Education/Learning può̀ assumere in termini pedagogico-educativi. Esso, infatti, si configura come un metodo in grado di favorire una connessione più profonda tra individui e ambiente naturale, promuovendo la comprensione, l'apprezzamento e il rispetto per la natura. Come messo in evidenza in questa tesi, l’educazione all’aperto utilizza la natura, e non solo, come spazio di apprendimento per sviluppare nuove conoscenze, competenze e abilità, unitamente al fatto che il fuori stimola la creatività̀ e la risoluzione di problemi, semplici e complessi.
L’educazione all’aperto contribuisce in modo significativo al benessere emotivo, fisico, mentale e sociale ed influisce positivamente sullo spirito di adattamento e di esplorazione, elementi essenziali per la crescita di una persona. Il ricercatore e formatore internazionale G. Bishop ha affermato quanto la natura sia un ambiente preparato perfettamente per i bambini, e in senso lato, per tutte le persone, quanto essa sia un contesto con cui potersi connettere in modo unico per tutti e per ciascuno. Pertanto, lo studioso ha ribadito fortemente l’importanza di “connettere” alla natura prima gli adulti che si occupano dei bambini per favorire di conseguenza la “connessione” alla natura di questi ultimi.1
È quindi necessario formare gli insegnanti e gli educatori, dal momento che lavorare secondo l’approccio dell’OE, richiede, come anticipato nell’introduzione di questa tesi, un ripensamento delle pratiche di micro-progettazione, insegnamento e apprendimento intorno a nuclei essenziali dove i saperi disciplinari si armonizzano per favorire attività̀ didattiche basate sulla promozione di competenze e su compiti di realtà̀.
Per i docenti è necessario acquisire una robusta consapevolezza in merito alle scelte progettuali e culturali che lo stare fuori e il vivere i contesti naturali apportano ai percorsi di apprendimento dei bambini e delle bambine.
Le numerose esperienze, che già si fanno alla scuola dell’infanzia, richiedono di essere messe a regime secondo metodologia chiara, coerente e, per quanto possibile, sistematica
1 Chistolini S. (2022). (A cura di). Il nodo. Per una pedagogia della persona. Outdoor Education. Paradigmi, scenari, linguaggi. Cosenza: Falco Editore.
sia per gli apprendimenti, che si sono costruiti nel tempo, sia per le conoscenze e le expertise professionali che si ritengono necessarie per vivere fuori con consapevolezza. Per far questo, i docenti devono diventare sempre più “sapienti di natura” per poter affermare, sostenuti da dati e da elementi documentati, quanto possa essere incoraggiante lo spazio esterno nella costruzione di apprendimenti e conoscenze.
Vi è una responsabilità̀ educativa e formativa che deve provare a rispondere alla domanda: ”Qual è, per i bambini e le bambine, il valore aggiunto nel vivere gli spazi esterni il più̀ possibile? In che termini e in che modo possiamo sostenere che le competenze e gli apprendimenti dei bambini, non solo non vengono penalizzati dal tanto tempo vissuto all’esterno, ma oltremodo ne guadagnano?
La sfida è quella di riuscire a sorreggere molte delle dichiarazioni teoriche e culturali che a più voci affermano quanto la dimensione dei saperi sia favorita dallo stare fuori.
Nell’immaginario collettivo vi è una scuola che fa, che produce, che stratifica attività̀ e che legittima il proprio fare in relazione anche alla quantità̀ di reperti, materiali e artefatti. Ma forse, è giunto il momento, come ci suggerisce E. Morin, di una scuola che investe su una testa ben fatta dove le diverse esperienze trovano un loro posto e un nuovo equilibrio, dove la lentezza e la possibilità̀ di ritornare sulle cose sia davvero reale e possibile. Una scuola, dunque, che non teme il rallentare ma che con coraggio desidera offrire ai bambini e alle bambine esperienze memorabili, che rimangono nel tempo e che poi si saldano in conoscenze per la vita. Una scuola volta all’esterno, ai saperi, tutti, capace di accogliere nuove suggestioni e sollecitazioni che puntano ad ambiti scientifici, mantenendo con orgoglio e determinazione la natura dei processi di relazione e conoscenza che alla scuola dell’infanzia trovano uno dei migliori luoghi possibili in cui manifestarsi. E, in quest’ottica, la figura di un esperto in Pedagogia dell’Infanzia, non può̀ che essere l’ideale per garantire la costruzione di relazioni e servizi per e con la persona, forieri di una crescita autentica per tutti gli attori coinvolti.
A cura di Katia Resinelli-Insegnante della Scuola dell’infanzia specializzata in Pedagogia dell’infanzia.