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LEGGI-AMO: IL NOI CHE NEL GIOCO DELLE PAGINE FA CRESCERE IL PENSIERO

02-02-2025 01:16

Paola Grillo

PUBBLICAZIONI,

LEGGI-AMO: IL NOI CHE NEL GIOCO DELLE PAGINE FA CRESCERE IL PENSIERO

di Dott.ssa Paola Grillo

Leggere gli albi illustrati nei servizi 0-6 anni

Quando entro in un servizio per l’infanzia, un po’ per deformazione professionale, soprattutto per la grande passione che nutro verso gli albi illustrati, tra gli elementi che mi colpiscono ci sono i libri.
I testi presenti raccontano molto di coloro che li hanno selezionati, talvolta in modo non intenzionale, e della scelta di portarli in quell’ambiente.1 Ma il tipo di libri offerti ai bambini dice molto di più: racconta per esempio delle idee implicite di infanzia di cui si è portatori e del senso educativo che si attribuisce alla lettura. Per esempio capita di trovare libri per togliere il ciuccio, togliere il pannolino o densi di morali su quali comportamenti siano socialmente accettabili e quali meno. Ecco quindi si legge con l’idea di trarre benefici su argomenti difficili, per insegnare qualcosa ai bambini delegando, ingenuamente a questi, un compito che è squisitamente educativo e che pertanto è responsabilità dell’adulto. L’uso dei testi come ricette magiche in verità, non solo non porta l’effetto sperato (e quindi per esempio di fronte ad un albo proposto per sedare la tristezza il bambino legittimamente si rifiuta di proseguire), soprattutto depista da quello che è il senso della lettura a questa età, sminuendone il valore con testi che non rispondono per qualità a ciò che può davvero nutrire la mente e l’interesse dei bambini e compromettendo così anche le motivazioni che li porteranno nel cimentarsi in questa esperienza.
Quindi perché leggere con i bambini?
Per rispondere a questa domanda credo sia fondamentale porsi un altro quesito: un adulto perché legge?
Per documentarsi, trovare informazioni, studiare ma nel suo tempo libero lo fa per PIACERE. E quindi perché leggere ad un bambino anche piccolissimo?
Per la stessa identica ragione!
Quando si legge con i piccoli si dà vita ad una danza a due, a tre (se si considera il libro) o collettiva, una “danza che crea”, per citare Ceruti, un noi, e non solo un
io. Si esordisce con un “leggiamo” che è potentemente significativo perché in questo plurale c’è già un messaggio d’amore: Leggi-amo, perché prima di ogni altra cosa è bello farlo, è un piacere farlo insieme e in questo momento dedicato ci si sente accolti, accuditi e da adulti ci si sente
accoglienti, predisposti all’altro. L’albo illustrato diviene “ponte” 2 che collega il mondo adulto e quello bambino e, pertanto, la lettura condivisa ad alta voce, diviene un luogo di “ospitalità reciproca”3, per usare un’espressione di Silvia Vecchini, il luogo e il tempo del legame intimo, della conoscenza reciproca come della condivisione di momenti di divertimento e di bellezza; un luogo in cui rispecchiarsi nel con-tatto e nello sguardo con l’altro.
I benefici a “catena”4 che nascono da questo incontro sono diversi e molteplici: dal punto di vista psicologico nel dare spazio al mondo interiore ed emotivo del bambino, nello sviluppo dell’attenzione e dell’ascolto, nella dimensione sociale e relazionale, in quella comunicativa, nello sviluppo dell’identità del bambino e cosa ancor più significativa del suo pensiero.
Il pensiero infatti nasce e cresce nella dimensione relazionale del linguaggio che Bruner, in effetti, definisce un “amplificatore del pensiero.”
Ma come si può essere sicuri a livello scientifico di quanto questa esposizione sia significativa?
Gli studi neuroscientifici dimostrano che fin dai primi mesi di vita il bambino è caratterizzato da “un’organizzazione anatomica insospettata”5, tale per cui è dotato di una rete corticale dell’emisfero sinistro su cui si distendono le sue competenze linguistiche. Ciò significa che fin dai tre mesi nel neonato in ascolto di frasi si attivano le stesse aree del cervello dell’adulto, come l’area di Broca. L’uomo, quindi, è dotato di regioni cerebrali geneticamente condizionate per interconnettersi precocemente in una rete che facilita l’apprendimento del linguaggio.
Ma questo è sufficiente affinché il linguaggio si sviluppi? Gli studi ci dicono di no, è infatti fondamentale l’esposizione ad un “bagno linguistico” che il neonato sperimenta fin dalla vita intrauterina con l’idioma materno. È in questa esposizione ad una lingua affettivamente significativa che il linguaggio prende forma permettendo a sua volta lo sviluppo del pensiero.

Ecco quindi che la condivisione della lettura fin da piccolissimi, di albi di qualità, con adulti significativi può sostenere e incrementare lo sviluppo del pensiero, anzi di diversi tipi di pensiero.
Perché si attribuisce all’albo questa enorme potenzialità?
Innanzitutto perché l’albo illustrato aprendo spazi e mondi di pensiero altri, mai completamente definiti e chiusi, proprio in virtù della poliedricità di linguaggi che lo caratterizza, della “relazione polifonica”6 che in esso si istaura tra immagini e parole e della sua capacità di rappresentare la vita metaforicamente apre allo sviluppo di pensieri e di un atteggiamento che Picherle definisce filosofico, di problematizzazione della realtà e al contempo un pensiero creativo ed estetico.
Non solo, Silvia Vecchini nel suo inedito libro “Una frescura al centro del petto” sottolinea come gli albi siano il luogo per favorire lo sviluppo di un “pensiero magico” che nella relazione significativa con l’adulto porta alla nascita di una dimensione spirituale.7
Perché ciò avvenga è fondamentale l’incontro con adulti affettivamente presenti, capaci di sospendere il pensiero adulto, la propria necessità incombente di rispondere e istruire e al contrario di farsi guidare dalle parole e dalle osservazioni dei bambini, dando spazio e rilievo al percorso attivato.
Pertanto, quando come professionisti dell’educazione scegliamo dei libri e decidiamo di portarli in un spazio educativo 0 – 6 anni è altresì necessario chiedersi se i testi scelti possano realmente contribuire al fiorire della mente del bambino.
Quindi, quali criteri dobbiamo considerare nella scelta di albi di qualità?
•    Innanzitutto il primo riguarda il funzionamento dei bambini: per cui ad esempio offrire a bambini molto piccoli testi troppo astratti che non rispecchiano le loro tappe di sviluppo può disincentivare la lettura. Al contrario è importante selezionare albi con immagini quotidiane ed aderenti alla loro realtà poiché stimolano un loro autentica immedesimazione.
•    Secondariamente, sempre in coerenza con la crescita dei bambini, scegliere storie di qualità e quindi originali, con testi curati ed immagini belle capaci di arricchire il testo, ma anche di contrastarlo ed evocare pensieri altri. L’albo deve contenere insieme “una metafora decifrabile, ma anche qualcosa di indecifrabile”, per citare Lionni, poiché quest’ultima “agitando la sua immaginazione”8 consente al lettore stesso di entrare nel libro con la sua soggettività. Quindi più che cercare libri a tema la nostra attenzione deve andare verso quelli che portano con sé una pluralità di tematiche e quindi rappresentativi della complessità dell’esistenza.
Trovo che nelle parole di Renata Gorgana9 si racchiudano tutte queste riflessioni sull’esperienza della lettura con i piccoli come qualcosa di più del solo insegnare, trasformandolo in quel NOI che nel gioco delle pagine fa crescere il PENSIERO: “Un libro deve raccontare una storia affinché il lettore si ponga delle domande e possa vivere un’esperienza stimolante. Non ci interessa il messaggio, ci interessa la scoperta. Vogliamo dei libri che facciano crescere, ma che facciano crescere degli individui pensanti e non modellati secondo le nostre preferenze”.
Con questa consapevolezza nasce il mio augurio a tutti i professionisti: quello di promuovere spazi e luoghi di lettura condivisa, divertenti, irriverenti, riflessive, inedite in cui tutti in questo stare insieme tra consistenze, parole, immagini, corpi, suoni e profumi, possano sentirsi bene e dare spazio al proprio mondo interiore, spirituale come alla propria immaginazione.
Buona lettura!


Dott.ssa Paola Grillo
Pedagogista, specializzata in Pedagogia Clinica

 

 

Bibliografia:

•    Dehaene Stanislas, I neuroni della lettura, Raffaello Cortina Editore, 2009, pag. 228
•    Guerra Monica, Progettare esperienze e relazioni, Edizioni Junior, nuova edizione 2013.
•    Hamelin, Ad occhi aperti. Leggere l’albo illustrato, Donzelli Editore, Roma, 2012, pag.40
•    Oliverio Alberto, Il cervello che impara. Neuropedagogia dell’infanzia alla vecchiaia, Giunti; 2018.
•    Picherle Silvia Blezza, Formare lettori, promuovere la lettura, Franco Angeli, 2015
•    Terrusi Marcella, Albi illustrati. Leggere, guardare, nominare il mondo nei libri per l’infanzia, Carrocci editore, 2012, pag. 103
•    Vecchini Silvia, Una frescura al centro del petto. L’albo illustrato nella crescita e nella vita interiore dei bambini, Topipittori, settembre 2019.

 


9 Editrice Il Castoro.
 

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