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PERCHÉ RIVOLGERSI AD UN PEDAGOGISTA?

06-02-2025 11:55

Dott.ssa Cinzia Artioli

PUBBLICAZIONI,

PERCHÉ RIVOLGERSI AD UN PEDAGOGISTA?

Dott.ssa Cinzia Artioli

Esiste una certa confusione rispetto alla figura del pedagogista. Sono convinta che sia un ruolo fondamentale ancora poco conosciuto, che ha il grande vantaggio di partire dalla quotidianità delle persone: le fatiche, le difficoltà e le soddisfazioni che si sperimentano nella vita di tutti i giorni. Mi piacerebbe affrontare questo tema provando a fare emergere con più chiarezza il prezioso valore di una consulenza pedagogica.
Cosa fa esattamente un pedagogista?
Il pedagogista oltre all’educazione si occupa della formazione quindi, a seconda della specializzazione, può aiutare a riflettere su un personale progetto di vita o su alcuni aspetti della quotidianità, può svolgere una valutazione educativa o attività di osservazione e di potenziamento. 
In genere ciascun pedagogista ha una sua specializzazione. Nel mio caso supporto la persona o la coppia nel  delicato ruolo di genitore.
Molte persone sentono il bisogno di parlare con qualcuno di problematiche relative ai propri bambini. Chi frequenta nidi o scuole dell’infanzia probabilmente ha avuto modo di incrociare il pedagogista in ambito scolastico ma le sue funzioni non si esauriscono all’interno di quei contesti.
L’incontro con il pedagogista è basato sulla relazione educativa e sul “qui e ora”. Ed è proprio attraverso la relazione con lo stesso esperto che si impara a prendere maggiore consapevolezza e fiducia nelle proprie capacità. Nell’ambito del sostegno alla genitorialità la preparazione del pedagogista, sul rapporto teoria/prassi, è fondamentale. A partire dalla concretezza delle azioni o delle difficoltà riscontrate dai genitori, l’esperto è in grado di individuare i modelli educativi che stanno a monte dei comportamenti messi in atto e può svolgere l’importante compito di mettere in evidenza altre azioni possibili, attivando le risorse interne delle persone. 
Oltre a lavorare con i genitori il pedagogista può attivare percorsi anche con gli stessi bambini o ragazzi che possono essere:
•    di osservazione, per poi lavorare comunque con gli adulti perché è più importante modificare alcune dinamiche a partire da loro.
•    di osservazione e potenziamento in cui il bambino o ragazzo è soggetto attivo e si lavora con lui sulle sue competenze ed emozioni, tenendo conto della integralità della sua persona con le sue caratteristiche specifiche.
Come funziona l’incontro?
L’incontro con i genitori e i ragazzi si può svolgere anche in modalità online che consente maggiore flessibilità in termini organizzativi.
Con i bambini è necessario che l’incontro avvenga in presenza proprio perché la relazione educativa che si instaura è lo strumento principale di lavoro e lo schermo sarebbe un vero e proprio ostacolo. 
In genere chi si rivolge al pedagogista parte appunto da tematiche concrete.  Ad esempio, nella fascia 0-3 potrebbero riguardare i ritmi di sonno/veglia, i cosidetti “capricci”o la gestione delle autonomie. Nel periodo 3-6 : la relazione con gli altri, il passaggio alla scuola primaria, la gestione della rabbia, delle emozioni in generale e molto altro. In età scolare spesso i colloqui si concentrano su problematiche di letto- scrittura oppure nella scuola secondaria la gestione delle emozioni e la relazione con l’adulto, il metodo di studio e il contrastante rapporto con le tecnologie e i social network.
Attraverso queste tematiche il pedagogista ha modo di farsi una prima idea della situazione ed entrare in punta di piedi nel modello familiare di ciascuno. L’obiettivo è quello di esplorarlo in collaborazione con gli utenti, favorendo l’individuazione di modalità concrete che possano contribuire a risolvere le problematiche contingenti, da una parte, e dall’altra per consentire di prendere consapevolezza delle proprie risorse, al fine di sostenere la famiglia nell’attivazione e nell’individuazione di nuovi e più efficaci modelli educativi.
Il pedagogista e lo psicologo svolgono lo stesso lavoro?
Il pedagogista non è uno psicologo, né un medico. Se nel corso dell’incontro ci si accorgesse che una mamma o un papà hanno una difficoltà personale più profonda da affrontare che affonda le radici nel passato, il pedagogista sicuramente riterrà opportuno consigliare l’intervento dello psicologo. Se nei colloqui o nelle osservazioni ci si accorgesse di una problematica del bambino o del ragazzo che non c’entra solo con il modello educativo di riferimento, l’esperto rimanderà l’attenzione su un’assistenza medica che coinvolga il pediatra o il neuropsichiatra infantile.
Questo non significa separare nettamente tutto ciò che riguarda l’educazione da tutto quello relativo alla psicologia della persona. Queste figure sono complementari e non escludono l’altra. 
Sicuramente il ruolo del pedagogista è quello di fare in modo che ogni utente possa porsi obiettivi raggiungibili con le proprie forze, secondo quello che è l’equilibrio della persona o della famiglia.
E’ sufficiente un solo incontro o può essere utile attivare un percorso?
Per quanto riguarda le tempistiche è possibile rivolgersi una tantum ad un esperto dell’educazione per affrontare una tematica precisa. Chiaramente un unico incontro significa attivare solo un confronto di riflessione a livello più superficiale ma che, a volte, può essere utile per confermare o mettere in discussioni alcuni pensieri, fatiche, pratiche educative o iniziare a svelare retaggi legati alla famiglia d’origine. E’ comunque sempre consigliabile un secondo incontro di verifica con l’esperto. 
In base alla esigenze è possibile attivare un percorso che abbia degli obiettivi specifici. In questo caso è necessario un impianto diverso: dopo aver inquadrato la questione con incontri di conoscenza preliminare si stabilisce un lavoro periodico di riflessione e attivazione, all’interno di un circuito a feedback tra esperto e utente/i. Una delle più importanti caratteristiche delle consulenze pedagogiche è quella di rendere autonome le persone coinvolte, di conseguenza non dovrebbero mai essere protratte per lunghi periodi. 
In sintesi l’obiettivo di una consulenza pedagogica è instaurare una relazione educativa che tenga conto della specificità della persona o della famiglia che miri a:
•    Favorire un confronto costruttivo su determinate tematiche
•    Aprire riflessioni per favorire consapevolezza
•    Individuare strategie educative, attivando le risorse delle persone coinvolte, attraverso l’osservazione e il potenziamento (bambini e adulti)
Si può affermare che la consulenza pedagogica sia un vero e proprio dispositivo di empowerment familiare o della persona, in cui personalmente credo fortemente poiché, nel pieno rispetto delle diversità, punta a far emergere le potenzialità e le competenze di ciascuno.


Dr.ssa Cinzia Artioli
Pedagogista specializzata in Pedagogia Clinica
 

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