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CONSULENZA PEDAGOGICA SCOLASTICA

06-02-2025 11:40

Dott.ssa Romina Oliverti

PUBBLICAZIONI,

CONSULENZA PEDAGOGICA SCOLASTICA

Dott.ssa Romina Oliverti

La cultura è un campo di forze tra chi insegna e chi impara dove l’oggetto di studio è  l’apprendimento. L’istituzione scolastica ogni giorno è chiamata  infatti ad operare in questo campo di forze, prendendo in considerazione ogni variabile capace di mettere in discussione il percorso svolto fino a quel momento. E’ L’EFFETTO di quello che si spiega ciò che passa e non quello che si spiega. Ogni adulto è importante quando c’è, quando si pone DAVANTI ALLA REALTÀ CHE INCONTRA, quando agisce con professionalità, concretezza e passione.  L’immagine che l’adulto dà di ritorno al bambino/ragazzo è fondamentale e condiziona la sua possibilità e il suo desiderio di cambiare: SO FARE perché mi hanno insegnato e hanno creduto in me.  Oggi per alcuni aspetti la scuola ha perso il suo valore pedagogico. Satura di diagnostica, medicalizzazione e burocrazia, priva invece di basi pedagogiche, di valutazioni qualitative, di progettualità e di una visione globale della persona considerata come unica e irripetibile. Se questo è vero, è altrettanto vero che l’istituzione scolastica vive ogni giorno di relazioni educative tra docenti e discenti, tra docenti e docenti, tra discenti e discenti, tra docenti e personale scolastico, tra docenti e dirigenza, tra docenti e genitori, tra docenti e specialisti sociosanitari, tra docenti e figure territoriali. Pertanto, essa non può esimersi dal suo compito pedagogico. La pedagogia è l’essenza della scuola. Quotidianamente la didattica passa attraverso la relazione educativa. Nel suo essere così strutturata, metodica è allo stesso tempo affascinante, composta da persone e principalmente da due protagonisti: gli alunni che con la loro unicità non imparano tutti in egual modo e gli insegnanti che con la loro personalità, la loro preparazione e i loro vissuti non insegnano tutti con lo stesso stile. Il punto nodale, infatti, non è quante ‘cose’ vengano proposte, ma COME queste vengono proposte.

L’OSSERVAZIONE  a questo punto diventa essenziale, strutturata al fine progettare interventi atti a collocare i comportamenti degli alunni e di sé stessi in una rete di senso. 

GENITORI, SCUOLA, OPERATORI SOCIO-SANITARI, OPERATORI EXTRA-SCOLASTICI devono intraprendere la STESSA LINEA EDUCATIVA se vogliono ottenere risultati concreti e reali. È necessario individuare insieme le risorse,  le strategie più funzionali per quel determinato alunno in quel determinato contesto al fine di strutturare un progetto funzionale, reale e concreto.  Un aspetto fondamentale dell’organizzazione scolastica  è finalizzato all’inclusione, che non deve rimanere solo un puro concetto astratto, una semplice espressione di valore morale o   la pura esecuzione adempimenti burocratici. Essa deve esplicitarsi nella COSTRUZIONE DI UN PROGETTO DI VITA REALE, CONCRETO E IN ATTO.  La storia della legislazione e della letteratura pedagogica in ambito scolastico  delineano con chiarezza le linee operative in merito al tema dell’inclusione scolastica: l’importanza  di una corretta lettura della diagnosi e di come da tale lettura dipenda la stesura della documentazione scolastica  richiesta che dovrà essere predisposta secondo criteri precisi e personalizzati per ogni singolo alunno che ne abbia necessità al fine di realizzare un percorso di inclusione efficace. Dunque, nella prospettiva inclusiva di risposta ai bisogni, tutte le differenze vanno viste come una risorsa, accolte, stimolate, valorizzate e utilizzate nell’attività quotidiana per lavorare insieme e crescere come singoli e come gruppo. E’ doveroso imparare a ritrovare l’essenza della relazione educativa condividendo, sperimentando, dilettandosi in attività meno strutturate in relazione con gli altri. Questo ci riporta a dire ancora una volta che l’importante non è quanto si fa, ma COME lo si fa. Sarebbe bene dare ancora importanza alla scelte pedagogiche da mettere in campo e alla qualità del tempo speso con i bambini/ragazzi dando loro la possibilità di sbagliare e di mettersi in gioco senza giudizio assaporando il piacere di costruire nuovi apprendimenti e nuove competenze attraverso il learning by doing ognuno con le proprie potenzialità, in una relazione educativa in cui si cammina a passo lento. Il Pedagogista, Specialista in pedagogia Clinica attraverso il suo operato diventa quindi un valore aggiunto in ambito scolastico. Egli osserva, progetta e interviene sui processi osservabili e rilevabili sul campo, considerandoli nella globalità delle manifestazioni. In questo scenario di educazione e apprendimento non può non inserirsi quindi la figura del pedagogista, specialista in pedagogia clinica che si occupa dello sviluppo umano e dei processi di aiuto a tale sviluppo.

 

 

Dott.ssa Romina Oliverti

Pedagogista specializzata in  Pedagogia Clinica

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