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IL LINGUAGGIO DELLA PEDAGOGIA

06-02-2025 11:47

Dott.ssa Maria Rossella Randi

PUBBLICAZIONI,

IL LINGUAGGIO DELLA PEDAGOGIA

Dott.ssa Maria Rossella Randi

La Pedagogia : l'osservazione

Ogni disciplina ha una propria deontologia che contribuisce a rendere quella scienza specifica e unica, nonché intrecciata anche con altre scienze (es. la psicologia, l’antropologia, la sociologia …).  
La pedagogia ha diverse ramificazioni che fanno capo al principio unico della pedagogia stessa.

Le estensioni della pedagogia sono:

-    la pedagogia generale.  
-    la pedagogia sperimentale; 
-    la pedagogia della famiglia; 
-    la pedagogia sociale; 
-    la pedagogia speciale;

Ciascun ramo di queste discipline si basa su dei modelli, degli strumenti e delle metodologie d’indagine. Quest’ ultimi tre aspetti consentono al ricercatore di produrre analisi quantitative e/o qualitative. 
Alla base di questa premessa la pedagogia poggia il suo pensiero scientifico su tre pilastri fondamentali:

1)    l’educazione; 
2)    la formazione; 
3)    l’istruzione.

La pedagogia è una scienza che risale al V secolo a.C., quando il filosofo Socrate, ci parlò di processo maieutico cioè, il procedimento secondo il quale si voleva condurre il soggetto a raggiungere la conoscenza. 
Il metodo maieutico ha lo scopo di sollecitare il soggetto a “partorire” la verità; in tal senso la maieutica è un metodo pedagogico fondato sulla partecipazione attiva del soggetto.  
Da questo breve riferimento storico, la pedagogia studia l’individuo singolarmente o all’interno di un contesto sociale. È una disciplina che si avvale di numerosi linguaggi tecnici e di teorie. 
Partiamo dal primo concetto, non può esistere l’educazione, la formazione e l’istruzione se non c’è osservazione. 
L’osservazione è un concetto chiave della pedagogia. Si può osservare in modo partecipato e non partecipato all’interno di un dato contesto, sebbene sia fondamentale distinguere l’osservare dal guardare. Guardare è in superficie, osservare è in profondità. La pedagogia prende in esame anche elementi legati alla consulenza, alla mediazione e al counseling. Ognuno di questi concetti prende in esame il concetto di relazione, di comunicazione e si sostegno. 
Oggi la pedagogia ha fatto passi da gigante e nel suo “sapersi” scienza si occupa anche delle famiglie, del singolo soggetto o comunque di qualsiasi necessità legata al supporto psico-pedagogico. La società di oggi richiede un profondo aiuto nella relazione che spesso è messa alla prova da tanti aspetti. Questo aiuto lo si richiede proprio alla pedagogia intrisa di competenze adatte a ristabilire degli equilibri andati perduti. 
In questo caso, ci dedichiamo principalmente alla pedagogia come disciplina “dove si osserva”. Ci tengo a sottolineare vivamente il concetto di osservazione poiché la “storia” della pedagogia inizia il suo viatico proprio con questa metodologia. 
Solo osservando possiamo comprendere una situazione, una persona … l’osservazione “racconta” e “parla” in senso metaforico. Ecco è dal metodo dell’osservare che il professionista parte per scoprire il mondo che lo circonda. 
A seguito di un’osservazione, la pedagogia non richiede una diagnosi, ma una descrizione contestualizzata da cui poter ricavare elementi importanti per risolvere una data questione o semplicemente per capire ad esempio come si lavora in un dato ambiente, quali sono gli aspetti salienti …
Osservare in ambito pedagogico significa vedere ciò che è nascosto, far lavorare la nostra mente coniugando teoria e pratica in modo attivo. Per osservare un contesto educativo-didattico vuol dire calarsi nelle realtà di ogni singolo spazio e individuo. In questo modo diamo autenticità al lavoro svolto.


“Il metodo osservativo è dinamico, adattabile; richiede un alto livello di attenzione per riuscire ad individuare un eventuale cambiamento nel comportamento dell’individuo. Necessita, inoltre, di essere ripetuto in contesti, tempi e con partecipanti differenti, per riuscire a cogliere al meglio il livello di stabilità, occasionalità e ricorsività del comportamento osservato”.


Lipperi aggiunge al concetto di osservazione un aspetto molto importante: la ripetitività; ogni volta che un professionista (pedagogista, psicologo, insegnante …) vuole osservare un determinato contesto/individuo/relazione deve compiere quell’atto più volte nel tempo per coglierne i cambiamenti: ad esempio il contesto può essere modificato negli spazi, l’individuo può assumere atteggiamenti differenti e una relazione può diventare più accesa o meno in base alle circostanze. 
È in questo modo che possiamo cogliere elementi nuovi che possono aiutare gli esperti ad apporre modifiche importanti. 
Ad esempio se all’interno di una classe c’è un bambino con disabilità, il concetto di trasformare il contesto, le relazioni e i comportamenti è fondamentale per apportare modifiche alle progettazioni educative-didattiche. 
Tuttavia, osservare produce comunque un cambiamento positivo o negativo che sia; in ambedue i casi è necessario accogliere le modifiche.


Perciò,


“Osservare significa riportare nel modo più fedele possibile ciò che è stato osservato (visto, sentito, annusato, toccato, gustato) e non ciò che noi pensiamo (valutiamo, interpretiamo) in merito” .


In tal senso, l’osservazione deve essere il più possibile oggettiva e rispettare i canoni della realtà direttamente osservata.


Dott.ssa Randi Maria Rossella 
Pedagogista 
 

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